BROSSURA
Poco più di un secolo fa, a Shanghai, il Partito Comunista Cinese venne fondato da una dozzina di militanti che si incontravano tra case popolari, barche ancorate sul vicino lago Zhejiang e una sala nel quartiere di Xintiandi, nell’allora legazione francese. Questa organizzazione, oggigiorno, dirige e regola la vita sociale ed economica di una riconosciuta superpotenza e conta 100 milioni e trecentomila iscritti.
Ha affrontato con successo l’invasione e l’occupazione giapponese, la guerra civile contro i nazionalisti del Kuomintang, le sfide della Guerra Fredda, un complesso rapporto con l’Unione Sovietica, la “Politica del Ping-Pong” di Nixon e Kissinger e la fase di “Riforme ed Aperture” inaugurata da Deng Xiaoping che ha permesso il ‘decollo’ dello sviluppo economico e umano della Repubblica Popolare Cinese. Tuttavia, con ogni probabilità, nessuno di questi importanti risultati sarebbe stato anche solo pensabile senza la profonda e radicata abitudine dei quadri, dei dirigenti e dei militanti del PCC ad auto-rifomare la propria organizzazione e a combattere le spinte corruttive ed antisociali che di tanto in tanto possono manifestarsi al suo interno. |
Altri titoli dello stesso autore
Nessun titolo.