BROSSURA
Nella storia politica del XX secolo, il secolo dei grandi conflitti ideologici, il nazionalsocialismo occupa uno spazio difficilmente trascurabile. Nonostante un verdetto inappellabile di assoluta condanna, il nazionalsocialismo e la stessa figura del Führer del Terzo Reich non cessano di essere oggetto di interesse, di studi e di approfondimenti, continuando ad alimentare accese polemiche e altrettanto accese scomuniche.
Nel complesso della sua storia, il nazionalsocialismo attraversò un lasso di tempo di ventiquattro anni, compresa la Seconda guerra mondiale; di questi, i primi dodici furono dedicati a costruire il Partito e le organizzazioni da esso dipendenti, a sviluppare il patrimonio ideologico e a delineare le strategie operative necessarie per la conquista del potere. Il gennaio 1933, l’anno della rivoluzione tedesca, inaugurò sei anni di pace, impiegati per risollevare una nazione a pezzi, prostrata dal collasso economico, dal degrado sociale, dalla disoccupazione di massa. In quel periodo i nazionalsocialisti cominciarono a realizzare i loro obiettivi programmatici, facendo leva sugli elementi chiave della loro concezione del mondo: la comunità di popolo, il socialismo, l’idea di razza. La narrazione dominante ha mistificato o addirittura negato l’intimo rapporto della rivoluzione tedesca col comunitarismo popolare e col socialismo, quando proprio queste coordinate ideologiche, divenute concrete, garantirono al regime nazionalsocialista, anche nel corso della guerra, il sostegno attivo della classe operaia, del ceto contadino e del mondo studentesco. |
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